Le Shooting Brake sono un genere di auto sempre più ricercate, ma ti sei mai chiesto perché si chiamano così?
Facciamo un passo indietro (… anzi più di un passo!).
Il termine deriva da una pratica contadina utilizzata sui cavalli più impetuosi ai quali veniva attaccato un carretto da traino (una vera zavorra) per rompere (“brake”) letteralmente la loro irruenza, cercando così di renderli più mansueti.
Nel Regno Unito prima degli anni ’50 tale termine è stato ripreso per identificare le vetture utilizzate nelle tenute di campagna dai grandi proprietari terrieri e facoltosi industriali che non volevano rinunciare alle loro auto sportive quando si recavano nelle tenute di campagna per battute di caccia (shooting).
I costruttori automobilistici ripresero quindi il concetto originario di Shooting-Brake per addomesticare le sportivissime coupé e renderle più familiari, proponendo le vetture coupé in versioni con un ampio bagagliaio per contenere le attrezzature da caccia, ma senza rinuciare alle linee slanciate e sportive.
Le shooting brake, dati gli spazi generosi, divennero ben presto molto famose anche tra le famiglie. Infatti, accanto al termine shooting brake si diffuse quello di “estate car” derivante dagli “estate” che erano le tenute di campagna, dove si recavano le famiglie per villeggiare o per il weekend; attualmente sostituito dalle station wagon. In poco tempo, quindi, il termine shooting brake non fu più utilizzato perché queste auto spaziose e pratiche furono comprate sempre più dalle famiglie e meno dai cacciatori.
La casa automobilistica Mercedes ha ripreso l’originario concetto di shooting brake per descrivere le sue berline coupé dagli spazi accoglienti, ovvero delle familiari-coupé. Scopri la nostra Mercede-Benz CLA shooting brake, la wagon più interessante sul mercato.
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