La nascita e lo sviluppo del cambio automatico vengono solitamente e quasi in modo automatico attribuite integralmente agli Stati Uniti. Sicuramente negli Stati Uniti il cambio automatico ha avuto la sua massima diffusione, ma in realtà il primo cambio automatico è nato nel 1931 in un luogo inaspettato: in Umbria, precisamente a Città della Pieve, per una brillante intuizione dell’ingegnere Elio Trenta.

Cambio automatico: dalla Fiat alla Oldsmobile

Fin da piccolo Elio Trenta era affascinato da motori, ingranaggi e meccanismi, aiutato in questa sua passione dal lavoro svolto dal padre che, appunto, era un meccanico. Durante i suoi studi, Trenta pensò alla possibilità di inventare qualcosa che permettesse di guidare l’auto senza ogni volta dover intervenire manualmente sulla leva del cambio.

Senza laurea (non aveva ancora completato il percorso di studi) né esperienza, ma animato da una visionaria intelligenza e passione, all’inizio degli anni ’30 del secolo scorso Trenta inventò e brevettò il primo cambio automatico della storia, chiamato il “rapportatore di velocità per macchine in genere“. 

Nel 1931 l’ingegnere Elio Trenta presentò un’invenzione chiamata “rapportatore di velocità per macchine in genere“. Il Brevetto di tale invenzione venne registrato in Italia nel 1931 (il brevetto venne rilasciato dal Ministero delle Corporazioni – Ufficio delle proprietà intellettuali, con il numero 298415).

L’ingegnere Trenta presentò la sua invenzione alla FIAT che però, dopo vari test, decise di scartare il progetto per due motivi: la riduzione delle prestazioni velocistiche dell’auto e l’aumento dei consumi.

Fu soprattutto la perdita delle prestazioni velocistiche che influì sulla decisone della FIAT, essendo questo un aspetto particolarmente sentito a quell’epoca in Italia. Infatti, tutte le case automobilistiche lavoravano nell’ottica di migliorare la velocità.